Una cosa è giocare a blackjack, un'altra potervi indulgere seduti accanto a una leggenda vivente come James Grosjean.

Laureato ad Harvard con specializzazione in matematica applicata, nonché dotato di un'elevata capacità di programmazione informatica e di un'astuzia capace di renderlo il peggior incubo di ogni casinò, Grosjean è tra i giocatori di maggior successo al mondo. Sempre in grado di giocare con un considerevole vantaggio, ride dei contatori di carte elettrizzati nel guadagnare miseri margini del 2%: "Sono come salamandre, io invece sono un essere umano completo", mi dice con un tono tra l'evolutivo e l'arrogante. Scrive inoltre software che simulano i giochi e lo aiutano a capire come vincere, in modi spesso ritenuti impossibili.

Ciò avviene individuando quei dealer inesperti o poco attenti che espongono accidentalmente un angolo delle loro carte coperte: una sbirciatina veloce, una vista eccellente e una mente astuta possono fare miracoli. Anche partendo da informazioni parziali, un giocatore del suo livello può fare scelte decisive.

Grosjean afferma che, per il personale del casinò e per la polizia, il conteggio delle carte è molto più facilmente individuabile rispetto a sbirciare le carte. "Per questo vi fanno grande attenzione", mi dice, "mentre gente come me ha vita più facile". Mi confida poi che una notte ha vinto 225.000$ a blackjack e che con altri giochi è riuscito a incassare fino a 100.000$ all'ora.

Una domenica pomeriggio lo vedo giocare ad Atlantic City, snello e poco più che quarantenne, contro un dealer che egli sa essere poco attento. Seduto in terza postazione, alla destra del mazziere, Grosjean riconosce ogni carta coperta e l'annuncia in codice al tavolo: chiacchierando con gli altri giocatori usa termini tipo "Egg" (uovo, per indicare che il banco con un 8), "Top" (un asso) e "Girlfriend" (fidanzata, ovvero una regina). Così facendo permette a chi siede al tavolo di vincere somme a cinque cifre, mentre lui decide di far crescere il proprio bankroll molto cautamente a 5$ alla volta.

La sua vista da aquila trasforma il blackjack in un gioco facilmente battibile, ma non è questo l'unico modo che ha per vincere al casinò. Grosjean è uno dei responsabili della scomparsa di giochi come il bacalette, un gioco di carte simile alla roulette, mentre ha capitalizzato intensamente su altri. La cosa che preferisce è vincere ai giochi cosiddetti di carnevale, caratterizzati da scommesse molto svantaggiose come Ultimate Texas Hold’em, Mississippi Stud e paigow poker. Non molto tempo fa l'ho visto stravincere assieme al suo team a un gioco nel quale i dadi vengono sostituiti dalle carte (accade in alcune giurisdizioni nelle quali i dadi sono illegali), usando tecniche così sottili che nessuno ha mai capito cosa fosse successo o chi fosse stato. Nonostante i casinò modifichino più o meno regolarmente le procedure di distribuzione della carte, Grosjean è così intelligente da non temere tali modifiche.

"I casinò considerano tutti quelli che prendono parte ai giochi di carnevale degli idioti", mi dice. "È vero che hanno margini molto favorevoli alla casa, che le persone raramente vincono belle cifre e che se lo fanno spesso le perdono subito dopo, ma i casinò non li hanno analizzati con sufficiente profondità." Almeno fino a quando Grosjean non ha iniziato a implementare un'analisi matematica molto precisa, definendo al computer strategie per trasformarli in una sorta di bancomat personale. "Riconoscendo tutte le carte coperte nel poker a 3 carte, il tuo vantaggio supera il 30%, tutte e quattro nel Caribbean Stud ed esso supera il 60%. Esisteva un gioco chiamato Match The Dealer. Segnai i numeri, feci qualche calcolo e risultò che avrei potuto giocare con un vantaggio del 150%: purtroppo lo tolsero dalla circolazione prima che ne avessi l'opportunità."

Per la maggior parte delle persone i casinò sono luoghi ad alto rischio, nei quali è più probabile provare batticuore che non felicità per una vincita importante, ma Grosjean non è alla ricerca di emozioni. "Io credo sia possibile battere ogni gioco", dice. "Magari sfruttando gli errori di un dealer, ma poi devi sapere cosa fare per capitalizzare. Anche molti shuffler sono vulnerabili. Se puoi scommettere 10.000$ su tale vulnerabilità, anche se non accade ogni volta, la redditività è buona. Se il tuo bankroll è enorme, puoi fare una giocata del genere una volta per turno e avere un vantaggio del 9%. Scommettendo 20.000$ in quella mano, il guadagno sarà di 1.800$ a turno, quindi non male."

Grosjean ha iniziato a implementare tali strategie quando ancora andava all'università a Chicago, giocando a blackjack nei piccoli casinò locali per ripagare i debiti contratti per studiare. Poi una notte vide un dealer rivelare accidentalmente le carte coperte e capì che si trattava di una tecnica molto più vantaggiosa del semplice conteggio delle carte: dopo aver analizzato matematicamente come vincere sulla base di informazioni parziali relative al valore delle carte, rinunciò alla prevista carriera a Wall Street per una nei casinò di tutto il mondo.

Una mossa assolutamente azzeccata: oggi Grosjean guadagna un sacco di soldi, ama il suo lavoro, non ha un capo che gli dia degli ordini e ha raggiunto un certo livello di notorietà. Ha pubbllicato il libro "Beyond Counting" e cura una rubrica online con lo stesso nome. Detto questo, preferisce mantenere un profilo basso e non attirare troppe attenzioni. Tuttavia sarebbe errato credere che non lavori duramente: "Le persone hanno l'impressione che vivere così significhi essere sempre in vacanza", mi dice, "ma in un certo senso è esattamente il contrario."

La maggior parte dei casinò è aperta 24/7 e bisogna saper cogliere l'attimo: "Praticamente non stacco mai," mi confida, spiegando che o si trova in viaggio per giocare o studiare giochi, oppure è a casa e analizza potenziali opportunità. "Le persone di maggior successo in questo settore sono quelle che lavorano di più. Se qualcuno mi chiamasse ora e mi dicesse che c'è un gioco stupendo da qualche parte, molto probabilmente salirei su un aereo e ci andrei immediatamente. Se una partita interessante è in programma alle 5:00 del mattino, allora è meglio esserci. Non sempre si può giocare a quello che si vuole oppure agli orari che si vuole; molto spesso è necessario fare sacrifici: io sono disposto a compierli e sono sempre in guardia."

Al termine della nostra chiacchierata e con un'espressione soddisfatta, Grosjean conclude felicemente: "Sotto un certo punto di vista, e fino a un determinato livello, sono sicuramente schiavo del gioco!"

Michael Kaplan è giornalista e vive a New York City. Ha scritto molto sul gioco d'azzardo per pubblicazioni come Wired, Playboy, Cigar Aficionado, New York Post e New York Times. È autore di quattro libri tra cui Aces and Kings: Inside Stories e Million-Dollar Strategies sui più grandi giocatori di poker. Si dice che a volte giochi d'azzardo pure lui...