La prima volta che ho visto qualcuno giocare a baccarat con uno scopo ben preciso ero al Palms di Las Vegas, mentre lavoravo su una storia che riguarda le balene, cioè i giocatori che puntano forte, non, chiaramente, le amate creature marine. Uno dei giocatori che ho seguito era un dirigente di azienda di Boston, che amava il baccarat, puntava alto e teneva il conto delle carte uscite su della carta che gli metteva a disposizione il casinò.
Gli ho chiesto cosa riguardassero i suoi appunti. All’inizio pensavo stesse contando le carte, il che, come ho scoperto più tardi, non ha senso in questo gioco, a meno che non si faccia un conteggio molto specifico. Lui non lo stava facendo, quindi vi risparmio i dettagli di questo “conteggio molto specifico” per un’altra occasione.
La sua risposta è stata: “Il baccarat è un gioco fatto di strisce e quindi io tengo il conto di tutte quelle che ci sono”. Non sono convinto che questo sia un modo per avere davvero un vantaggio (e non lo è) contro il casinò, ma è evidente che alcuni giocatori hanno saputo trarre una ricompensa finanziaria importante da alcune strisce di vittorie. Ecco quindi alcune delle nostre run preferite nel baccarat.
L'incubo di Trump
Molte persone giocano a baccarat per divertimento, ma pochi possono considerare un divertimento vincite e perdite multimilionarie. Negli anni Novanta, Akio “Il Guerriero” Kashiwagi, un magnate giapponese del mercato immobiliare, era il Moby Dick delle balene del baccarat e affermava che il gioco era il suo concetto di massimo divertimento.
L’uomo d’affari amante del rischio era in giro per il mondo e per i casinò più grandi, quando gli è capitato di trovarsi ad Atlantic City e affrontare i tre casinò di Donald Trump: il Taj Mahal, il Trump Plaza e il Trump Marina.
Era seguito da una guardia del corpo con un asciugamano, con cui asciugava il sudore del Guerriero ogni turno di carte, mentre lui puntava 185mila dollari per mano (pare che fossero sempre e comunque 185mila dollari).
Nonostante la sua vincita più importante è stata di 15 milioni di dollari al Diamond Beach Casino di Darwin, Australia, quella più soddisfacente è stata probabilmente quella di Atlantic City.
Si è portato a casa una cifra relativamente modesta, 8 milioni di dollari, ma ha avuto la soddisfazione di avere come testimone sulla sua efficace strategia di come si gioca a baccarat un Donald Trump pre-presidenza degli Stati Uniti, che ha fornito a Kashiwagi una suite da 14mila dollari a notte e qualsiasi altra cosa desiderasse.
La leggenda narra che con addosso solo un vestito stropicciato e delle ciabatte, il giapponese ha irritato Trump, che non ha potuto fare altro che assistere allo svuotamento delle sue casse e dire con un certo nervosismo “non so da dove diavolo arrivi questo tizio”.
Da quello che sappiamo, è poi tornato al Taj Mahal di Trump per un torneo freeze-out da 12 milioni di dollari contro il padrone del casinò, ma Trump ha detto basta dopo una vincita di10 milioni. Kashiwagi ha gridato, urlato e ha accusato Trump di non aver rispettato la parola data.
In ogni caso, è stato il Guerriero a non ridere per ultimo. Poco dopo aver avuto a che fare con Trump, è stato ucciso con una spada da Samurai quando doveva ancora pagare a Trump 4 milioni di dollari. Il caso non è mai stato risolto e da quello che risulta Trump non ha mai ricevuto i suoi quattro milioni.
L’australiano furioso
Quando il magnate australiano dei media Kerry Packer voleva giocare a baccarat, voleva davvero puntare forte e non c’era nulla in grado di fermarlo. Una volta è andato in un casinò di Las Vegas con le tasche piene e con molto tempo da perdere. Ma c’era un problema: la valigia che conteneva le fiches e il necessario per giocare era chiusa a chiave.
Packer ha però espresso il suo fervente desiderio di giocare e un padrone di casinò particolarmente pieno di risorse lo ha preso sul serio: ha preso un posacenere di cristallo e lo ha usato per aprire la valigetta. E in un attimo, Packer che aveva metabolizzato le migliori strategie di baccarat stava puntando su punto o su banco, divertendosi un mondo.
Ovviamente, ha anche apprezzato lo sforzo, perché una volta che è andato sopra di un paio di milioni di dollari ha fatto una puntata da 100mila dollari a nome dello staff.
Chiaramente neanche a una persona ricca come Packer dispiacerebbe vincere un paio di milioni di dollari, ma questa non rappresenta comunque la sua migliore run. La migliore è cominciata durante un viaggio al Las Vegas a metà anni Novanta. Si è presentato al MGM Grand e ha cominciato a giocare sia a blackjack che a baccarat.
A baccarat, il magnate australiano ha puntato cifre a cinque zeri ogni mano e si dice che abbia vinto circa 40 milioni di dollari durante quella run, che pare sia durata il tempo di diverse visite al casinò.
Come già precedentemente illustrato, Packer ha sempre dato mance spettacolari e di certo la sua striscia vincente è stata molto remunerativa per il mazziere. Parlando delle vincite di Packer e delle sua mance per lo staff, un ex pezzo grosso di un casinò mi ha detto che “quando c’era in giro Packer, potevi stare certo che una ventina di persone si sarebbe spartita un milione di dollari”.
Ma pare che la sua generosità non fosse la stessa con le persone più in alto nell’organigramma della MGM. Nel libro “A caccia di balene nel deserto”, il leggendario host di casinò Steve Cyr ha raccontato una delle conseguenze dei quella vincita enorme, quando un dirigente è stato spedito a raggiungere Packer nel suo ranch nella campagna inglese.
Il dirigente è andato a Londra in aereo, Packer ha mandato un elicottero a prenderlo e per portarlo al ranch. Ma il dirigente portava con sé pessime notizie: dopo quella vittoria, il miliardario australiano era bandito dai casinò della MGM.
Packer è impazzito e la partenza del dirigente è stata abbastanza rapida. Quando gli hanno detto che era bandito a vita, Packer non poteva crederci e ha risposto “ti faccio tornare a Londra a piedi”.
Per fortuna di Packer, il mondo è pieno di casinò e nella maggior parte di quelli esistenti Packer e la sua voglia di puntare forte a baccarat sono sempre stati più che benvenuti.
La Macchina da Baccarat
Cheung Yin “Kelly” Sun ha cominciato la sua vita da perdente ma alla fine è lei che ha portato via milioni ai casinò che cercavano di distruggerla.
Nata in Cina e figlia di un ricco industriale, Kelly ha cominciato a giocare da quando era molto giovane e ha perso milioni nei casinò di tutto il mondo. La trattavano benissimo, con voli privati, suite lussuose e tutto lo champagne che lei e i suoi amici riuscivano a bere.
Ma dopo una discussione per una fiche da 100mila dollari non pagata, è stata sbattuta in una cella di Las Vegas e quando è stata rilasciata ha cominciato a pensare alla sua vendetta.
Kelly ha messo su una tecnica di gioco complicata ma legale, chiamata “edge sorting”, per perfezionare la strategia per decidere al baccarat se puntare sul banco o sul giocatore. Questa tecnica le ha permesso di vincere rapidamente milioni di dollari, ma anche catalizzato su di lei la rabbia dei casinò, innervositi dal modo in cui l’ex pesciolino aveva cominciato a vincere.
Quindi ha cominciato a giocare in coppia con la leggenda del poker Phil Ivey. Lui era il giocatore importante (la sua reputazione era così alta che i casinò gli aprivano tutte le porte) e Kelly era il cervello dell’operazione. Guardava le carte, scopriva il vantaggio e diceva a Ivey su cosa scommettere.
Viaggiando il giro per il mondo, volando su aerei privati e vivendo al massimo, in meno di un anno i due hanno portato a casa più di trenta milioni dalle casse dei casinò. È stata un grandissima run e un’avventura incredibile, con Kelly che giocava così spesso e con così tanta intensità da ricevere un soprannome dal suo team: “la Macchina da Baccarat”.
Purtroppo, le cose sono terminate quando i dirigenti del Crockfords di Londra hanno cominciato ad intuire come giocavano Kelly e and Phil Ivey. Il casinò ha capito la tecnica e si è rifiutato di pagare una vincita da più di 10 milioni di dollari.
Ne è venuto fuori un caso giudiziario attraverso cui il mondo è venuto a conoscenza dell’ingegno di Kelly Sun. Ma ovviamente, lei è diventata molto meno che la benvenuta nei casinò.
Kelly però potrebbe ridere ultima. È in fase di sviluppo un film sulla sua vita, basato su un articolo che ho scritto su di lei. E ha un titolo che funziona alla perfezione: “La Macchina da Baccarat”.