Il famoso guru della moda e personaggio televisivo americano, Tim Gunn ha una sua idea su perché le persone al giorno d’oggi non sono poi più così civilizzate. La sua teoria si riferisce al fatto il nostro mondo sta “diventando sciatto”.

Al giorno d’oggi in molti non hanno più un senso della moda come quello che avevano una volta, quando anche i meno fortunati avevano i c.d. vestiti “della domenica”.

Vi ricordate quelle scene nei film in cui si mostravano persone che si vestivano di tutto punto per prendere parte ad alcune attività da adulti?

Al casinò i giocatori indossavano completi e cravatte, mentre i più ricchi avevano gonne o vestiti di alta moda per le donne e smoking per gli uomini.

Giovani eleganti al casinò

E adesso ripetiamo insieme questa frase, “questi erano i giorni, amici miei, che pensavamo non sarebbero mai finiti”.

Cercate filmati di partite di baseball o incontri di boxe, o di molti altri sport o di teatri e film sul casinò e noterete che la maggior parte del pubblico indossava giacca e cravatta e, nel caso delle donne, dei vestiti di buona fattura.

In breve, per uscire bisognava vestirsi bene. Era la cosa giusta da fare per due passi in centro, come diceva mia madre “non puoi andare in giro vestito come un vagabondo”.

In poco tempo, un nuovo mondo stava nascendo davanti ai nostri occhi. Molti di noi (quando eravamo giovani) non ci hanno fatto caso o non se ne sono accorti per nulla. Ma le nostre madri sì.

Alla fine degli anni Sessanta, si è scatenato l’inferno. I ragazzi adolescenti e ventenni avevano capelli lunghi spettinati, orecchini e anelli al naso. 

Gli adulti hanno tenuto duro…per un po’, ma negli anni Ottanta nessuno andava più alle partite o ai casinò in giacca e cravatta e, santo cielo, persino gli insegnanti non mettevano più giacca e cravatta in classe!

Le donne indossavano pantaloni ovunque e i bambini hanno cominciato a diventare (come posso dire?) abbastanza squilibrati, dando di matto senza buone ragioni. Il mondo della genitorialità è diventato il mondo di “essere amico dei miei figli” e “non è carino quando fa il pazzo?”. Cosa? Se mi fossi comportato così, mio padre e mia madre mi avrebbero preso a cinghiate.

Gli anni Novanta? Lì è stato ovvio che il mondo che amavo di più, quello dei casinò, aveva subito cambiamenti radicali.

Vestirsi bene? Figuriamoci. Era raro vedere qualcuno in smoking, a meno che non si stesse per sposare. E magari neanche in quel caso. E la futura moglie? Difficile non avere la tentazione di provare a vedere sotto il vestito da sposa per quanto era corto (ma essendo un uomo ben educato, ho evitato…beh, quasi sempre).

Tim Gunn ha dato l’etichetta giusta alla nostra era, l’era della sciatteria. Tutto quello che era bello, che era elegante, è stato reso sciatto da persone sciatte. E anche chi di noi si veste ancora bene è comunque sciatto, punto.

Prendiamo il tizio con la maglia a maniche corte macchiata che arriva al tavolo della roulette. “Come si chiama, signore?”. “Bond, James Bond”. 

Che diamine, quel tizio non è James Bond! Ma stiamo scherzando? È solo un tipo sciatto!

Ah, ma è James Bond, è tutti i James Bond di oggi. Ora entra al casinò. Cosa c’è di speciale in questi film di James Bond? Purtroppo nulla. Non è uno che deve essere considerato un modello per gli altri uomini, questo è sicuro.

La sua licenza di uccidere è scaduta e nessun servizio segreto vorrebbe che questo tizio lavorasse lì, giusto? No, dico davvero, giusto?

[Signori, questo è specialmente per voi. Vi siete mai allenati a essere Bond, “James” Bond? Beh, io l’ho fatto. Quando ero un ragazzino, entravo in camera mia, guardavo allo specchio e dicevo Scoblete, “Frank” Scoblete.

Immaginavo che quando sarei cresciuto abbastanza e avrei indossato uno smoking, le ragazze mi si sarebbero sciolte davanti al momento di arrivare al tavolo della roulette, se solo l’avessi detto con l’accento giusto (attenzione, si parla del vero James Bond, ovvero l’unico e inimitabile Sean Connery).

All’epoca avevo 11 o 12 anni, ma questa cosa delle ragazze non è mai avvenuta.

Non mi correvano appresso quando ero un adolescente. Ah, l’illusione della giovinezza. James Bond era vestito di tutto punto, ma io non ero quell’uomo. E la sua epoca, comunque, era destinata a passare molto presto. Che tristezza.

Lì per lì non me ne sono reso conto perché, beh, ero un ragazzino. Ah, i sogni della giovinezza, tutti distrutti dall’età].

Il ritmo della roulette odierna?

La roulette di James Bond non è quella di oggi, neanche per sogno. Il gioco è molto più grossolano e anche più veloce.

E sempre più giocatori centrano in pieno la definizione di sciatteria. Anzi, nei casinò di oggi siete fortunati se vedete qualcuno che merita un minimo di considerazione per essere ben vestito, guardando agli standard del passato.

Molti dei giocatori hanno poco da dire anche nel loro galateo. Si sbrigano a mettere le loro fiches sul tavolo e spesso quelle fiches si spargono perché vengono buttate giù da altri giocatori che si sbrigano a metterle. Le liti ci sono non perché le fiches siano diverse ma perché…beh, non c’è un vero e proprio motivo.

Sapete cosa? Tutti sembrano essere più agitati. Sarà lo stress della vita moderna? O è solo che tutti quanti sembrano davvero elettrici? Cosa li rende così elettrici?

Prendiamo il tizio che butta giù le fiches degli altri per mettere le sue più velocemente di quanto farebbe Flash.

È pazzo? Ha tutto il tempo del mondo, quindi che problemi ha? E comunque dovrebbe cambiare quella tristissima maglietta a maniche corte.

Alcuni tavoli

Beh, non tutti i tavoli della roulette sono pieni di giocatori che si sbrigano, che spingono, sono aggressivi e spesso addirittura sudati.

Per giocare al casinò alcuni tavoli sono in qualche maniera più tranquilli, più simili a quelli dei vecchi film. Ma sono in netta minoranza.

C’era un film intitolato Speed, che parlava di un autobus sabotato per andare sempre più veloce, chissà fino a che punto. Ecco, mi sembra che sempre più giocatori di roulette stiano prendendo velocità e chissà fino a dove arriveranno.

Giocare velocemente non fa necessariamente vincere. Anzi, più decisioni affronta un giocatore di roulette, peggio sarà per lui o per lei, man mano che passa il tempo al tavolo.

I casinò non pagano le giuste probabilità della puntata. E questa è la risposta alla domanda “come fanno i casinò ad avere il loro vantaggio?”.

La verità fa male

Ci sono al giorno d’oggi tre tipologie di roulette al mondo. Quelle con un solo zero (0), quelle con due zeri (0, 00) e quell’abominio chiamato roulette con tre zeri (0, 00, 000). 

Il vantaggio del banco su questi giochi va dal 2,7% della roulette con uno zero, al 5,26% di quella con due zeri fino al 7,69% (che schifo!) di quella con tre zeri.

Una puntata vincente alla roulette con uno zero paga 35 a 1 e ci sono 37 settori in cui può finire la pallina. Le probabilità della roulette che ogni numero esca sono 36 a 1, quindi una vincita giusta sarebbe di 36 a 1.

Ma il casinò non può ottenere profitti se paga le vere probabilità della puntata, quindi riduce la vincita a 35 a 1. E questo crea il vantaggio del banco del 2,7% nella roulette con un solo zero.

Adesso però amici tenete a bada lo stomaco, perché anche la vincita per la roulette a due zeri è di 35 a 1! Come? Esattamente.

E così il vantaggio del banco sale al 5,26%. Ci sono 38 settori in cui può finire la pallina e le probabilità dovrebbero essere 37 a 1, ma il casinò non può fare soldi se paga le vere probabilità della puntata, quindi riduce anche questa vincita a 35 a 1.

E con la roulette con tre zeri va anche peggio. Ci sono 39 settori, quindi 38 volte la pallina non finirà nel settore scelto da noi e una volta sì. Se ci finisce, che succede? Niente di che, tranne che il casinò paga comunque 35 a 1.

E il vantaggio del banco decolla al 7,69%. Tremendo!

Vediamo queste cifre in termini di possibili aspettative di perdita. La vostra aspettativa per la roulette con un solo zero è di perdere 2,70 euro ogni 100 giocati.

Quella per la roulette con due zeri è di perdere 5,26 dollari ogni 100 giocati. E quella per la pessima roulette con tre zeri è di perdere 7,69 euro ogni 100 giocati.

La nuova roulette con tre zeri è diventata molto (molto, molto, molto) più difficile da battere. E più puntate si fanno, più si perde quando il vostro numero (o i vostri numeri) non esce. Questi sono i fatti, amici miei. E vorrei tanto che non fosse così.

Ora, le partite alla roulette che giocava James Bond erano tutte a roulette con un solo zero. E quindi Bond aveva una possibilità decente di battere il casinò o, perlomeno, di perdere una cifra ragionevole per divertirsi.

Forse è per questo che i giocatori odierni di roulette sembrano tutti di fretta? Nervosi? Arrabbiati? Pensano, come ho detto, che più giocano velocemente e più puntano, più soldi faranno. No.

Ci sono occasioni in cui questo può essere vero, ma siamo seri, sono rarissime. Più velocemente giocano, non importa a quale roulette e con quale strategia, più possono aspettarsi di perdere e se giocano alla roulette con tre zeri perderanno ancora di più.

Anche questo, tristemente, è un fatto. Più puntate si mettono sul tavolo, peggio andranno le cose.

Come dovreste giocare alla roulette?

Condividerò con voi il modo in cui io gioco alla roulette e quali partite cerco quando voglio trascorrere del tempo giocando. Cerco due cose.

Se posso averle, le cerco entrambe. Preparatevi, perché eccole qui:

  • Prima di tutto cerco di giocare alla roulette con un solo zero.
  • Gestisco il mio budget roulette, prendendo dalle puntate la percentuale che giocare alla roulette con un solo zero potrebbe costarmi.
  • Se la roulette con un solo zero ha un minimo di 50 euro, scendo a 25 euro a puntata, il che significa che dimezzo la puntata puntando ogni due giri della ruota. Questo esempio fa in modo che io sia suscettibile alla stessa aspettativa di perdita.
  • Se gioco alla roulette a due zeri, effettuo le puntate come detto sopra se i minimi sono meno di quello che posso permettermi.
  • Ricordate: non siete costretti a giocare su ogni giro della ruota. Potete calcolare quello che potete permettervi di perdere e puntare una percentuale che vi porta a quella cifra.
  • Io gioco solo le puntate che pagano una volta la posta, ovvero rosso/nero, pari/dispari o alto/basso. Ma preferisco puntare su rosso o nero

E ora ecco la mia ricompensa per voi (forse): nella roulette con un solo zero, alcuni casinò hanno una situazione in cui dovete pagare solo metà della puntata perdente se esce lo zero verde.

Questa cosa si chiama en prison e vale solo per le puntate che pagano una volta la posta. Il casinò non si prende la puntata persa, ma la tiene sul tavolo per il prossimo giro della roulette.

E il vantaggio del banco così scende all’1,35%. Una bella ricompensa!

Nella roulette a due zeri, se esce uno dei due zeri viene presa metà puntata e quindi il vantaggio del banco scende al 2,63% se fate queste puntate. Non male, considerando tutto.

Vi auguro il meglio, dentro e fuori dai casinò!

*Le immagini dell'articolo sono distribuite da Alamy.

Frank Scoblete è cresciuto a Bay Ridge, Brooklyn. Ha trascorso gli anni '60 studiando; i '70 scrivendo e pubblicando libri e articoli, gli '80 a teatro, i '90 e i 2000 giocando d'azzardo al casinò. Durante tutto questo ha insegnato inglese per 33 anni e scritto ben 35 libri, tra cui la Guida strategica definitiva alla roulette. Noto esperto di casinò, Frank vive ora a Long Island.