Le puntate “don’t” nel craps di solito ricevono un trattamento molto rapido, quasi sbrigativo, da parte di chi scrive di gioco. Perché? Perché vengono (davvero) considerate il lato oscuro del gioco. Quindi il lato da evitare a tutti i costi, come se ci si mettesse d’accordo... col diavolo in persona!

Ma come mai? Beh, la maggior parte dei giocatori di craps preferisce giocare sul lato “giusto” del gioco e quindi i giocatori che puntano sul “don’t” sono considerati dei traditori dei loro colleghi giocatori di craps.

E dopo tutto i giocatori “don’t” sono in qualche maniera simili a Satana, visto che molto probabilmente sperano il contrario di quelli che giocano, appunto, sul lato che abbiamo definito, decisamente in modo improprio, “giusto”.

Spesso i giocatori “don’t” puntano sul fatto che chi gioca sul lato “giusto” perda quando l’orribile 7 viene lanciato. E questo è un momento perlomeno imbarazzante al tavolo da gioco. O almeno, io la vedo così, io penso al craps come a un gioco in cui “siamo tutti sulla stessa barca”.

Vero, in alcune occasioni quel 7 aiuta sia chi gioca sul lato “giusto”, scommettendo sul “come”, che vince quando viene lanciato un 7, sia chi gioca sul lato “oscuro”.

I giocatori “don’t” vengono quindi indicati come quelli “del lato oscuro”, che vogliono che il punto o che qualsiasi numero contro cui stanno scommettendo venga cancellato dal tavolo, quando il terribile 7 arriva, inesorabile, sul tappeto verde. E ovviamente il sette può uscire anche molto spesso.

I giocatori sul lato “giusto” considerano questa scelta un tradimento del craps e non apprezzano chi gioca sul “don’t”, quei bestiali giocatori del lato oscuro.

Preferirebbero non giocare al loro stesso tavolo e ci sono addirittura alcuni giocatori "del lato giusto" particolarmente rancorosi (sono più di qualcuno...) che vorrebbero che quelli che giocano sul lato oscuro non esistessero proprio (da questo punto in poi smetterò di usare le virgolette per definire i gruppi di giocatori...).

Se conoscete il gioco del craps, avete sicuramente una certa familiarità con i giocatori sul lato oscuro. Sul lato giusto il lancio di come-out fa vincere il giocatore se escono un 7 o un 11, ma per chi gioca sul lato oscuro questi sono numeri perdenti. Chi gioca sul lato oscuro vince con il 2 o con il 3, che fanno perdere chi gioca sul lato giusto. Il 12 fa pareggiare.

Al casinò, il lancio di come-out è buono per chi gioca sul lato giusto ma pessimo per chi gioca sul lato oscuro. Chi gioca sul lato giusto vince otto volte e perde quattro volte.

Ma dopo il lancio di come-out, tutto va in favore di chi gioca sul lato oscuro, perché il 7 fa vincere ed è un numero che ha sei possibilità di uscire, più di qualsiasi altro numero nel gioco. Nel lancio di come-out il giocatore sul lato oscuro perde tre volte e non ha un vantaggio.

Il vantaggio del banco contro chi punta sul lato oscuro è dell’1,36%, mentre quello contro chi gioca sul lato giusto è dell’1,41%.

Giocare

Da questo punto in poi, il gioco diventa leggermente più complicato.

Quando viene stabilito il punto, che gioca sul lato giusto vince se quel numero esce di nuovo, facendo perdere chi punta sul lato oscuro. Ma se esce prima il 7, il che è molto probabile, chi punta sul lato giusto perde e il lato oscuro vince.

Se chi gioca sul lato giusto sta puntando su un sacco di numeri, tra puntate come e/o piazzate, il 7 sarà un massacro. Una brutta botta per lui e un’ottima vincita per chi punta sul lato oscuro.

Circa il 95% dei giocatori di craps punta sul lato giusto, con il restante 5% che gioca sul lato oscuro. Ma sono numeri, chiaramente, approssimativi, non ho mai fatto un vero sondaggio al riguardo.

Le puntate note come odds

Ora, a questo punto c’è una piega diversa, perché sia chi gioca sul lato giusto che su quello oscuro può usare una puntata chiamata “le odds.”

Questa puntata si fa dopo che viene stabilito il punto (e può anche essere fatta sulle puntate come e dont’ come). Le come odds vengono usate da chi punta sul lato giusto, le don’t come odds sono usate da chi gioca sul lato oscuro. Inoltre, le odds possono essere applicate anche sulla puntata piazzata.

Tra i consigli migliori per i dadi, in generale, evidenziamo che usare le odds è una buona idea, perché il banco non ha nessun vantaggio su questa puntata.

Il giocatore sul lato giusto mette tutto quello che il casinò gli permette assieme alla sua puntata sulla linea del pass e verrà pagato per il vero valore della puntata. Quindi se il punto è un 4 il pagamento sulle odds sarà di 2 a 1. Se il punto è un 5 sarà di 3 a 2, il 6 e l’8 pagano 6 a 5, il 9 paga 3 a 2 e il 10 paga 2 a 1.

Chi gioca sul lato oscuro si trova dall’altro alte delle odds e dovrà piazzare il doppio del denaro dietro la sua puntata se per esempio è sul 4, perché il 4 ha due probabilità a una contro di lui (si possono giocare in questa maniera anche 10, 5, 9, 6 e 8 e le odds si usano anche sulle puntate come e don’t come).

Potete quindi notare che quando il gioco passa ai numeri che diventano il punto e alle puntate come, chi gioca sul lato giusto è un po’ indietro rispetto al 50%, mentre chi gioca sul lato oscuro è in una situazione migliore, perché ha un leggero vantaggio nel gioco.

E quando escono i 7, i giocatori del lato giusto mormorano o dicono parolacce, ma se al tavolo c’è chi gioca sul lato oscuro molti tendono a irritarsi o ad arrabbiarsi con lui quando perdono i loro soldi.

La proiezione è un istinto molto forte e molti giocatori del lato giusto proiettano sul giocatore del lato oscuro la sfortuna che stanno subendo. Penso che sia una reazione normale, non c’è dietro una causa ben precisa.

I dadi

Che ne pensava il Capitano

Il mio mentore, la leggenda di Atlantic City che tutti chiamavano Il Capitano, è stato il primo a spiegarmi cosa fosse il lato oscuro. Ero nel bel mezzo del mio processo di apprendimento del gioco e del modo in cui lanciare i dadi, quando il Capitano mi ha detto “vedi quel tizio lì?”.

Io ho guardato, c’era un tipo basso che stava effettuando una puntata, per la precisione una puntata don’t sulla linea del pass mentre venivano lanciati i dadi.

Il Capitano mi ha spiegato che quell’uomo era molto scrupoloso nel fare la sua puntata. Ho notato che non stava guardando nessun altro al tavolo, ma alcuni dei giocatori mugugnavano.

Ricordatevi che parliamo del 1990 e quindi al tavolo c’erano molti veterani. Sembravano arrabbiati, si vedeva dalle labbra imbronciate. E non c’è niente come un leggero ringhio che spieghi i sentimenti di qualcuno.

Il Capitano mi ha quindi spiegato che questo tizio era un giocatore del lato oscuro, un giocatore che gioca al contrario di come gioca la maggioranza dei giocatori, visto che giocava contro chi lanciava il dado.

Non voleva che i giocatori del lato giusto facessero il punto o piazzassero nessun numero. Tutto quello che voleva era che uscisse rapidamente il sette. E gli altri lo sapevano.

Era forse la mia quarta o quinta visita ad Atlantic City ed era la prima volta che vedevo un giocatore del lato oscuro. Non sapevo neanche che esistessero giocatori del genere, lo avevo letto da qualche parte ma erano al di fuori della mia percezione consapevole, perchè ero molto concentrato nell’imparare a giocare a craps.

Il Capitano mi ha spiegato che la maggior parte dei giocatori del lato oscuro gioca da sola, arriva al tavolo in maniera furtiva e piazza le sue puntate in silenzio. Di solito li vedi all’angolo del tavolo. Al Capitano comunque non davano fastidio e, in merito alle loro scelte, non le considerava assolutamente puntate da evitare ai craps.

Benvenuti nel nuovo mondo

Ora, il modo di vederla del Capitano era valido per gli anni Novanta, ma una volta mi sono ritrovato a un tavolo pieno di giocatori del lato oscuro, forse ce n’erano sei oppure sette. Eravamo al Bally’s, ad Atlantic City, sarà stata la fine degli Novanta o forse il 2000.

Dovete sapere che ad Atlantic City c’erano un sacco di personaggi particolari che giocavano al casinò. Alcuni di loro erano interessanti e ricevevano una sorta di apprezzamento, magari anche di rispetto, mentre altri assolutamente no.

Questo gruppo di giocatori al tavolo che puntavano sul lato oscuro era molto rumoroso. Sembravano tutti una versione davvero amatoriale di quella leggenda che si chiama Robert De Niro in un film sul casinò. In pratica erano dei malviventi, avrebbero dato fastidio a chiunque.

C’erano un paio di altri giocatori che provavano a lanciare. “Dai amico”, ha esordito quello che sembrava il leader del gruppo, “vediamo che sai fare”. E tutti quanti hanno fatto puntate don’t pass.

Il nuovo giocatore ha lanciato il dado e ha stabilito il punto, ma poi è uscito il sette. “Ops, peccato!”, ha detto il leader, mentre i suoi amici ridevano sguaiatamente. Io ero lì a guardare ma gli altri due tizi al tavolo non hanno reagito.

Il problema è che c’erano solo due tavoli aperti al Bally’s e uno era già pieno di giocatori, mentre l’altro era quello che stavo guardando. Erano circa le due del pomeriggio, il casinò non era molto affollato a quell’ora e in quel giorno della settimana. Io stavo aspettando il Capitano, ma ero arrivato un po’ in anticipo.

“Ehi tu”, mi dice il leader mentre si accendeva una sigaretta. “Perchè non lanci? Lancia, dai. Magari sei fortunato e fai qualche soldo”.

“No grazie, non conosco il gioco”, ho detto mentendo. “Non vorrei farvi perdere”.

“Ma noi non perdiamo” ha detto il capo, mentre gli altri ridevano. La metà di loro stava fumando, erano davvero un gruppetto fastidioso. Me ne sono andato perchè solo stargli vicino era tremendo.

Quel gruppo è forse il gruppo di giocatori più odioso che io abbia mai incontrato, sembravano usciti da un film di Scorsese, ma solamente facendo le parti peggiori.

Poco dopo il Capitano è arrivato con alcuni membri della sua ciurma. Il casinò ha aperto un altro tavolo e il Capitano si è seduto al suo posto, così come hanno fatto il Braccio e Jimmy P. C’erano anche altri due giocatori che erano arrivati al tavolo, quindi potevamo cominciare a giocare.

La "banda Scorsese" si è aggiunta al nostro tavolo. Avevamo una puntata minima abbastanza alta (l'equivalente di 25 euro, che all’epoca era parecchio), ma non sembrava interessare loro.

Tutti quanti hanno fatto la loro puntata sul don’t pass. A lanciare c’era il Braccio, che ha fatto uscire diversi sette consecutivi. Il gruppetto ha cominciato a sghignazzare.

“Continua così e ci farai perdere”, ha detto il capo, accendendo un’altra sigaretta. Era una sigaretta senza filtro, anzi, le sue dita erano gialle a causa della nicotina.

“Vi conviene andarvene”, ha detto ridendo il Capitano, “questa signora sa lanciare”.

Ma anche se “questa signora sa lanciare” era assolutamente la verità, il Braccio ha detto al Capitano che non le andava più di lanciare dopo l’ultimo sette. E quindi ce ne siamo andati, perchè quel gruppetto era troppo odioso anche per lei. All’epoca aveva quasi 80 anni, così come li aveva il Capitano.

Qualche tempo dopo, sia il Capitano che il Braccio, protagonista delle strisce più lunghe ai dadi, ci hanno lasciati. Vorrei tanto che questa storia fosse terminata con il Braccio che fa a pezzi la banda Scorsese, ma non è andata così. A volte i buoni perdono, va così ed è sempre andata così’.

Il fascino dei dadi al casinò

Qualcun altro giocava sul lato oscuro?

Nella mia carriera di giocatore di craps non ho mai giocato con un amico che puntasse sul lato oscuro, né sono mai rimasto al tavolo con uno di loro, leggende del tavolo dei craps, quando erano davvero troppo rumorosi.

Ma di solito chi gioca sul lato oscuro preferisce stare in silenzio. Al giorno d’oggi c’è qualche giocatore che esulta se il dado fa perdere chi gioca sul lato giusto, ma non ce ne sono moltissimi che lo fanno.

Il concetto di andare contro persone che tifavano per un mio fallimento non mi è mai piaciuto. Non ero superstizioso, semplicemente non mi piaceva lanciare a un tavolo in cui altri giocatori speravano che le cose mi andassero male.

Una volta al Venetian a Las Vegas mi sono seduto a un tavolo e ho fatto un’ottima serie di lanci con al tavolo due giocatori del lato oscuro. Loro se ne sono andati, io sono rimasto.

Non ho troppe storie che riguardano dare una lezione a quelli del lato oscuro. Potrei averlo fatto qualche volta, ma ripeto, non mi è mai piaciuto giocare con giocatori che mi tifavano contro.

Conclusione

Il lato oscuro non è per tutti e questo è il motivo per cui la maggior parte degli scrittori che si occupano di gioco d’azzardo non sono molti interessati a scriverne.

Ma comunque bisognerebbe parlarne, anche in maniera superficiale perché, nella sostanza, rappresenta un modo su come vincere al casinò. Beh, io l’ho fatto.

Vi auguro il meglio, dentro e fuori dai casinò.

Frank Scoblete è cresciuto a Bay Ridge, Brooklyn. Ha passato gli anni ‘60 a scuola, gli anni ‘70 nel mondo dell’editing, della scrittura e della pubblicazione, gli anni ‘80 in quello del teatro e gli anni ‘90 e il primo decennio del 21° secolo nell’ambiente del gioco d’azzardo dei casinò.