Il presidente della UFC Dana White sostiene di dormire da tre a sei ore a notte e soltanto quando non passa l’intera nottata al tavolo da blackjack a Las Vegas, il che succede spesso.

Quando ci sono queste queste nottate, in cui è coinvolto in lunghissime sessioni di blackjack giocando 25mila euro a mano, è fortunato se riesce a rientrare a casa in tempo per accompagnare i suoi due digli a scuola.

Ma è in grado di gestirsi, perché gioca seriamente a blackjack da tantissimo tempo, prima ancora di diventare il presidente da 350 milioni di dollari di una compagnia di sport-entertainment che ne vale miliardi, nel caso nel quale pensavate semplicemente che la sua passione per il gioco derivasse dalla sua ricchezza.

Ma prima che White diventasse ricco, il blackjack era per lui un gioco da casinò che affrontava in modo più moderato.

Oggi invece si diverte a giocare forte, come è nel suo stile sia al tavolo da gioco che negli affari. Ed è esattamente questa impudenza, lo spettacolo che mette in piedi, che crea a White la maggior parte dei suoi problemi. Ma è anche spesso il segreto del suo successo.

Al Palms blackjack ed eventi UFC

Prendete per esempio la sua relazione complicata con il Palms Casino di Las Vegas. Sin dal giorno in cui il Palms ha aperto nel 2001, White è stato uno dei giocatori più importanti, giocando lì con regolarità, sempre per 25mila euro a mano, ma anche organizzando, allo stesso tempo, alcuni dei combattimenti più importanti dell’UFC proprio al Palms.

Gli appassionati della disciplina di arti marziali miste ricorderanno, infatti, che la finale dell’Ultimate Fighter si è tenuta al Palms per 15 stagioni consecutive.

E non solo White era uno di quelli che giocava di più, ma anche di quelli che dava le mance migliori. Durante un periodo di tre mesi ha lasciato ai mazzieri oltre 200mila dollari in mance. Solitamente mangiava nella famosa steakhouse del Palms, chiamata N9NE.

I problemi sono cominciati nel 2012, quando White ha avuto un periodo molto positivo e ha vinto al Palms qualche milione di dollari.

Il casinò ha risposta dimezzando il suo credito, limitando le sue puntate al tavolo da gioco a un massimo di 5mila euro a mano. Furioso, White ha smesso di giocare al Palms e ha anche smesso di organizzarci i combattimenti della UFC.

La sedicesima finale dell’Ultimate Fighter si è tenuta all’Hard Rock e White ha cominciato a giocare al Caesar's, dove, ha spiegato “ti lasciano giocare e non fanno stupidaggini con i limiti”.

Due anni dopo la nuova gestione del Palms ha provato a convincere Dana e l’UFC a tornare, inviandogli una bottiglia da 5mila dollari di Domaine de la Romanee-Conti Montrachet del 2001. Il gesto ha funzionato, White ha terminato il suo boicottaggio e quello della UFC, tornando a giocare con gusto a blackjack al Palms ai tavoli con limiti di puntata più alti.

I milioni vinti nei sacchi della spazzatura

Quando White è tornato a vincere a blackjack (e a vincere anche i tornei), il casinò ha fatto tutto ciò che era in suo potere per farlo continuare a giocare, nella speranza che perdesse quanto vinto.

Una volta, quando White ha provato a lasciare il casinò con 5 milioni di dollari in vincite, il casinò ha semplicemente messo i soldi in contanti sul bancone e gli ha augurato buona fortuna. “Io ho pensato, ma siete pazzi, ci ammazzeranno”, ha detto White raccontando questa storia durante un incontro con i media.

Meglio vincere al casinò live, no?!...

“Non ci hanno dato neanche una valigia dove mettere i soldi, ‘hai vinto tu, ecco qui’, questo era l’atteggiamento. Hanno messo i soldi sul bancone e detto ‘grazie, buona serata’”. White ha mandato dei suoi amici alla ricerca di qualcosa con cui portare i soldi, sono tornati con dei grossi sacchi neri.

White ha messo i cinque milioni nei sacchi della spazzatura e li ha portati fuori dal casinò. E adesso, ha spiegato, porta sempre con sé i suoi sacchi nel caso capiti un’altra sessione vincente.

A meno di sei mesi dal suo ritorno al Palms, il casinò si è di nuovo arreso, limitando di nuovo le puntate a 5mila euro. Alla fine White ha spiegato che il casinò gli ha “dato un ordine restrittivo”, impedendogli di giocare del tutto.

Stavolta però il casinò e White hanno terminato il loro rapporto in maniera molto più amichevole. Il Palms ha regalato a White una cintura da campione personalizzata con su scritto “Campione indiscusso di Blackjack del PALMS” e “Vincitore per KO tecnico”.

Dana White è cresciuto a Manchester, nel Connecticut, in una famiglia irlandese e cattolica composta da sua madre June, dal padre Dana senior e da sua sorella Kelly.

Lo straordinario successo della UFC

Quando Dana aveva 17 anni si è dato alla boxe e più tardi ha cominciato a gestire gli incontri e si è trasferito a Las Vegas.

Proprio lì ha incontrato un suo vecchio amico di infanzia, Lorenzo Fertitta, che era un dirigente dello Stations Casinos e un membro della Commissione Atletica dello stato del Nevada, l’organismo che sanziona i combattimenti professionistici nel Nevada.

White ha convinto Fertitta a comprare l’UFC, che all’epoca aveva parecchi problemi, sicuro che il futuro delle arti marziali miste fosse radioso. Assieme hanno trasformato un’azienda sconosciuta e in difficoltà economiche in un fenomeno di dimensioni internazionali.

Durante questo cammino, White si è fatto parecchi nemici con il suo stile audace e chiassoso. White si è creato la reputazione di uno che non usa mezzi termini e questo stile di gestione può essere polarizzante.

E anche se gli ha fatto guadagnare parecchi fan e la notorietà e lo ha reso un argomento interessante per i tabloid, lo ha anche allontanato da parecchia gente. White ha avuto dei litigi pubblici con tantissime persone, dai promoter rivali ai suoi stessi impiegati e lottatori all’interno della UFC.

Alcuni degli amici famosi di Dana hanno cominciato a preoccuparsi per lui, compreso il comico e podcaster Joe Rogan, che in un recente episodio di The Joe Rogan Experience ha sostenuto che White potrebbe essere... malato di blackjack perché ha dei danni cerebrali o una demenza cronica.

“Lo fa per il brivido che gli dà. Ma lo fanno anche le persone che sono state spesso colpite in testa, e Dana è stato colpito in testa molto spesso. Essere impulsivi ed essere soggetti alle dipendenze, anche quella dal gioco d’azzardo, sono sintomi della CTE, l’encefalopatia traumatica cronica.

Si parla di danni cerebrali, derivanti dai colpi subiti in testa. Ha fatto parecchia boxe quando era giovane e gliel’hanno scossa per bene”.

White e Ben Affleck profili diversi al tavolo

Dana White gioca ancora parecchio a blackjack, il suo gioco preferito al casinò, e dice di essere un giocatore vincente. E dopo così tante vincite milionarie ed uscite chiassose da casinò di alto profilo, a Las Vegas si è sparsa la voce che potrebbe essere un giocatore che conta le carte.

Non è così strano pensare che qualcuno ricco come White possa avere il tempo e la possibilità di contare le carte per vincere a blackjack. Lo stesso anno in cui il Palms ha allontanato White, l’Hard Rock ha fatto lo stesso con Ben Affleck, accusato di contare le carte nelle partite a blackjack.

Ma se Affleck ha confessato, White nega ogni addebito. “Sono la cosa più lontana possibile da un giocatore che conta le carte”, ha detto. White spiega di essere solo un buon giocatore, niente di più. E non lo fa solo per i soldi.

Parlando su come vincere al casinò, per White, il gioco conta per l’adrenalina ottenuta quando si vince. “Mi piace avere la meglio," ha detto al Las Vegas Review-Journal.

"Ho bisogno di giocare a carte? Non gioco certo per vincere soldi. È solitamente una questione mentale, della mia psiche. Mi piace vincere e basta”.

*Il testo dell'articolo è stato redatto da David Hill.