Volete un racconto sulle partite migliori, quelle davvero epiche, che io abbia mai giocato al casinò?
Potrebbe essere un problema, perché alcune non sono più disponibili da nessuna parte, mentre altre potrebbero trovarsi solo nei casinò live.
- Che ne dite di una partita a blackjack con un solo mazzo in cui tutte le carte tranne una vengono giocate dal mazzo e poi il mazzo viene rimescolato con le carte nella pila di quelle scartate? Blackjack con un solo mazzo con tutte le carte giocate tranne una. Sì, questa è la miglior partita di blackjack che io e mia moglie, la Bellissima AP, abbiamo mai giocato, al Maxim Casino Hotel nell’estate del 1992 o giù di lì.
- Quando il mazziere finiva le carte prendeva quelle scartate, le mischiava e giocava quelle rimaste. Esatto! E un giocatore che utilizzava la strategia di base aveva un vantaggio con questa partita perché… Poteva chiedere la resa blackjack se voleva.
Ogni blackjack con 5 euro puntati ve ne faceva guadagnare uno che poteva essere speso ovunque al casinò, anche per i pasti al ristorante!
Le probabilità che un giocatore ottenesse un blackjack erano di 1 su 20, più la vincita pagata 3-a-2 significava che quei blackjack avevano un certo valore. Certo, quell'euro vinto non aumentava con l’aumentare delle puntate, ma comunque…erano soldi gratis!
Ho imparato un metodo di gioco, quello che Paul Kean, un maestro del blackjack, aveva chiamato "end game" e il suo utilizzo, più le probabilità di base di questo bellissimo gioco, ci ha dato un vantaggio nei confronti del banco.
Paul, tra l'altro, è stato uno degli insegnanti di un altro grande del blackjack, Ken Uston.
Io e mia moglie abbiamo trascorso otto settimane a Las Vegas prima di dover tornare al lavoro (all’epoca eravamo entrambi insegnanti). Abbiamo giocato da otto a 10 ore al giorno, due mani ciascuno. E alla fine eravamo diventati degli insegnanti benestanti, tutti i nostri debiti erano stati pagati.
C’erano solo quattro tavoli disponibili per quella magnifica partita, quindi noi arrivavamo presto e giocavamo tutto il giorno, due mani ciascuno!
Uscivamo per cena e la sera io giocavo quasi sempre a craps, lavorando sul mio lancio dei dadi controllato (mi ci sono voluti anni per imparare!).
Usavo il modo di lanciare del Capitano come guida, ma dico seriamente, è stata la cosa più complicata che io abbia affrontato nella mia carriera da giocatore.
Ma potevo già capire che il blackjack all’inizio degli anni Novanta stava cominciando a cambiare. Le partite con due mazzi o più stavano diventando la norma, non tutto assieme, ma pian piano si vedeva che quel periodo stava finendo.
Qualche settimana dopo che io e la Bellissima AP siamo tornati a casa, il Maxim ha tolto quella partita, e la sua storia è finita lì.
Giocare a Baccarat nella stanza degli high roller
Nei bei vecchi tempi dei casinò, ogni stanza degli high roller aveva il tavolo grande da baccarat con minimi di gioco alti (all’epoca il limite minimo era 100 o 200 euro).
Mi piaceva giocarci. L'andamento era lento e i mazzieri erano davvero ben vestiti e responsivi, visto che le mance erano parecchie.
Visto che il vantaggio del banco sulle due puntate migliori è di dell’1,06% puntando sul banco e dell’1,24% puntando sul giocatore, il baccarat è una partita tirata tra giocatori e casinò.
Ed era anche un gioco lento, il che era davvero ottimo. Del resto, più lento è il gioco, meglio è per il giocatore, più veloce è il gioco, meglio è per il casinò.
Considerando, inoltre, che puntando sul Banco si vince più spesso che sul Giocatore, io puntavo sempre sul banco. Minore il vantaggio del banco, meno si perde, più alto il vantaggio, più si perde.
Il Baccarat attrae da sempre molti giocatori superstiziosi e potete notare che alcuni numeri del tavolo non appaiono nel gioco, come il numero 4 e un altro paio.
La serata più divertente è stata quella in cui mi sono ritrovato seduto di fronte a una signora molto ricca e decisamente pazza, che parlava un inglese che non era esattamente inglese. Forse era asiatica, ma è difficile da dirsi visto che aveva sempre un’espressione arrabbiata sul volto.
Mi ci è voluto qualche minuto per capire che io e lei avevamo un tipo di relazione. “Un tipo” è il termine giusto. Ho vinto un paio di mani di fila e all’improvviso lei fa tutto il giro del tavolo, mi arriva davanti al viso e comincia a urlare.
Due delle persone che erano con lei l’hanno trascinata via e l’hanno riportata al tavolo. Ma lei continuava a guardarmi.
Ho vinto la terza mano di fila e lei (non scherzo) ringhiava. La persona che giocava con lei le teneva il braccio, penso per evitare che corresse di nuovo dalla mia parte del tavolo.
Il giro successivo non ho giocato e neanche lei. Stessa cosa in quello dopo ancora.
E lì ho capito cosa stava facendo: era sul dark side, stava giocando contro di me. Se io puntavo sul giocatore, lei puntava sul banco. Ora parte la cosa divertente. Come vi ho detto, io puntavo sempre sul banco, era la miglior puntata al tavolo, quindi facevo sempre quella.
Vedevo cosa faceva ogni volta che puntavo sul banco. E speravo, anzi, pregavo, di avere una striscia vincente lunghissima sulla puntata sul banco. Pensavo che l’avrebbe fatta impazzire e vi assicuro che non ci sarebbe voluto molto.
Okay, ho puntato sul giocatore. Sì, sì, ho puntato sul giocatore e lei sul banco. Ma poi ho cambiato e puntato sul banco proprio mentre il mazziere faceva cenno che la partita stava cominciando. Bingo! Ora la signora scommetteva assieme a me.
Lei ha strabuzzato gli occhi e ha mormorato qualcosa. Si è alzata, ma la persona con lei le ha preso il braccio e l’ha fatta sedere. Abbiamo perso la puntata. Che peccato!
Poi ho puntato di nuovo sul giocatore, ma lei ha aspettato e quando stavamo per iniziare ho di nuovo spostato la puntata sul banco. Lei si è alzata. Mi avrebbe attaccato?
Oh, dimenticavo di dirvi, era una donna piena di rughe. Non sembrava vecchia, ma penso che tutte quelle emozioni lascino il segno sulla pelle prima o poi. Comunque, ho vinto di nuovo.
A quel punto l’ho vista in difficoltà. A livello emotivo, intendo. Ho puntato sul banco. Avrebbe scommesso con me o contro di me?
Ha scommesso con me e ho vinto ancora. Le cose stavano andando anche meglio di quanto sperato, tutto questo era incredibile. Potevo vedere la sua testa che stava per esplodere, col vapore che le usciva dalle orecchie.
Poi si è alzata ed è corsa dal mio lato del tavolo. Oh mio dio, ho pensato, ora sono problemi.
Mi ha preso per la testa (ed era incredibilmente forte per essere una signora così minuta) e mi ha baciato. Mi ha dato un enorme bacio umido. Stava dicendo qualcosa nella sua lingua, qualsiasi essa fosse, e mi ha abbracciato. Poi è uscita dalla stanza.
Quella è stata l’ultima volta che l’ho vista. E poi, così hanno voluto gli dei del caso, ho cominciato una striscia perdente.
I migliori lanci che io abbia mai visto
Della serie di lanci migliore che io abbia mai visto ho scritto in uno dei miei libri. Parliamo di 147 lanci, la seconda serie più lunga mai ottenuta (almeno per quel che ne sono io), fatta dal Capitano. E quella serie la lascio godere ai lettori del mio volume.
Ma la serie di lanci più impressionante l’ha fatta la donna conosciuta come “il Braccio”. I lanci in sé non erano più di 15 o 20. E, per numero di lanci, non era una serie che definiremmo speciale. Sono tanti quelli che, per come vincere al casinò, possono lanciare da 15 o 20 volte, no?
Era la sera di capodanno e il Capitano era al tavolo da craps del Claridge, ad Atlantic City. L’anno era più o meno il 1993.
All’epoca il Claridge era uno dei posti preferiti del Capitano e della sua Ciurma di high roller. Parliamo di 22 persone, la maggior parte delle quali giocava a craps. Alcuni preferivano il blackjack, altri persino le slot, ma il gioco principale era il craps.
Il tavolo era freddo, orribilmente, incredibilmente freddo. “Porta qui il Braccio, Capitano”. “Dai Capitano, porta il Braccio, questo tavolo sta congelando”.
Il Braccio era la persona con il miglior controllo dei dadi che io abbia mai visto. Aveva un modo di lanciare unico e spesso faceva fare soldi al Capitano e al suo... equipaggio!
Non puntava, ma se glielo chiedevi gentilmente lanciava i dadi. Il Capitano faceva una puntata per lei sulla linea del Pass e da quel momento cominciava lo spettacolo.
Poco dopo che è stata evocata, è entrata nel casinò. La folla (giuro!) si è aperta come se fosse stata Mosè che attraversa il mar Rosso. Si è seduta al tavolo, ha preso i dadi, ha lanciato un quattro e poi ne ha lanciato immediatamente un altro.
Per un’ora, ha fatto esattamente questo. Lanciava un numero e poi lo faceva uscire di nuovo dopo un lancio o due. A volte faceva sette, ma non troppo spesso.
Quella sera ho visto all’opera la più grande esperta di controllo dei dadi e alla fine della serata è stato un ottimo capodanno per il Capitano, per la nostra simpatica ciurma e anche per me.
Io, mia moglie e la roulette sbilanciata
I giocatori di roulette della scuola “spero di poter battere il casinò” sono sempre alla ricerca di roulette sbilanciate, quelle in cui alcuni numeri escono più spesso degli altri a lungo termine. E nel corso della storia alcuni giocatori hanno trovato ruote simili.
Si tratta di un progetto a lungo termine, che prevede di registrare centinaia (se non migliaia) di giri.
Sono pochi i giocatori che trovano roulette del genere e quando giocavo alla roulette io non mi sono neanche mai preoccupato di farlo. Io giocavo solamente sul rosso o sul nero per cifre basse e questo era tutto quello che facevo alla roulette.
Ho sempre giocato nei casinò in cui lo zero verde significa che il casinò prende solo metà della tua puntata. Questo porta il vantaggio del banco al 2,63% nella roulette con due zeri e addirittura all’1,35% a quella con un solo zero. Questa era una buona partita, ma non c’era modo di ottenere un vantaggio nei confronti del banco.
Tutti i casinò di Atlantic City offrivano questa versione della roulette e anche qualcuno a Las Vegas.
I nostri giorni a Las Vegas e ad Atlantic City erano ripetitivi. Andavamo al casinò presto la mattina per giocare a blackjack per un paio d’ore, poi facevamo una passeggiata o una nuotata, mangiavamo, sonnellino, poi uscivamo di nuovo, tornavamo e la sera andavamo a vedere qualche spettacolo dopo una buona cena.
La sera potevamo giocare un po’ alla roulette o a craps (fate puntate basse, bassissime su entrambi i giochi), per poi fare lo stesso il giorno successivo. I nostri viaggi duravano una o due settimane.
Una mattina a Las Vegas siamo andati a giocare a blackjack a un casinò locale che offriva una buona partita. Passando al tavolo della roulette abbiamo notato tre numeri che erano uno accanto all’altro sulla ruota e che erano usciti, poi siamo andati via.
Un paio di ore dopo siamo tornati e abbiamo notato di nuovo gli stessi tre numeri sul tabellone, separati da qualche altro numero. Wow, sono usciti di nuovo.
Abbiamo fatto esercizio, ci siamo riposati e poi nel pomeriggio siamo tornati al casinò Siamo passati a quel tavolo della roulette e due di quei numeri erano di nuovo sul tabellone.
“Aspettiamo un paio di giri”, ho detto. E in qualche giro, uno dei numeri è uscito. Noi ce ne siamo andati.
“Ci sono un po’ di numeri che si ripetono”, ho detto.
“Ci sono sempre numeri che si ripetono”, ha fatto notare la mia metà. “Dubito che possa esserci una ruota sbilanciata in un casinò elegante come questo”.
Abbiamo giocato a blackjack e siamo tornati in hotel, passando accanto al tavolo della roulette. Tutti e tre i numeri erano di nuovo sul tabellone.
Di nuovo in stanza per riposarci, poi siamo andati a cena. Ma prima siamo passati alla roulette e due dei numeri erano un’altra volta sul tabellone. Mi sono fermato. “Giochiamo un po’”, ho detto, “vuoi vedere che abbiamo davvero trovato una ruota sbilanciata?”.
Eravamo in anticipo di qualche minuto per la cena, quindi io e la Bellissima AP ci siamo seduti al tavolo delle roulette e io ho puntato il minimo su quei tre numeri.
Qualche giro dopo, uno dei tre è uscito. Qualche altro giro dopo, un altro. Poi lo stesso subito dopo. Abbiamo aspettato altri otto giri e poi…è iniziato lo spettacolo!
Era veramente una roulette sbilanciata! Incredibile! Abbiamo giocato per un po’ a quella roulette, fino a che il pit boss è venuto da noi e ci ha chiesto se stavamo avendo una buona giornata. “Sì”, ho risposto io.
Il punto è che nessun altro giocava quei numeri, tutti quanti giocavano a modo loro e nessuno sembrava notare che i nostri numeri uscivano di continuo!
“Stiamo chiudendo il tavolo, ma potete andare a giocare a un altro”, ha detto il pit boss. Ha chiuso il tavolo e gli altri giocatori, lamentandosi un pochino, si sono alzati e sono andati a un altro tavolo.
Siamo andati a cena, godendoci una delle vincite più importanti della nostra carriera! Abbiamo mangiato in silenzio per qualche minuto.
“Non succederà mai più”, ho detto.
“No”, ha risposto la Bellissima AP. Siamo rimasti seduti in silenzio.
“Ci scriverò il mio miglior articolo di sempre”, ho detto io.
“Ma non ci crederà nessuno”, ha aggiunto lei.
“Probabilmente no”, ho concluso, ma le cose sono andate esattamente così!
Vi auguro il meglio, dentro e fuori dai casinò!